Le stragi islamiste in Europa, l’ultima a Manchester, hanno tutte una stessa dinamica. I terroristi sono giovani della seconda generazione degli immigrati. Sono quelli che i media e i nostri sciagurati governanti credevano di aver integrato. E invece impugnano le armi e arrivano alla ferocia di massacrare “crociati” di otto anni.
Quelli che in questi anni in Italia hanno traghettato nel nostro Paese centinaia di migliaia di clandestini stanno creando il brodo di coltura per l’invivibilità di domani. I figli degli immigrati più che integrarsi sono disintegrati psicologicamente dalle nostre società. La nostra accoglienza si trasforma ben presto in disoccupazione, marginalità, rifiuto della loro cultura e banalizzazione della loro religione. L’unico rifugio a questo punto diventa la moschea che è un un recupero di identità e di senso del vivere in una quotidianità impastata di miseria, umiliazioni e marginalità. Che tocca a loro, ma tocca anche ai nativi italiani che dagli asili alle case popolari si vedono preferiti gli immigrati. L’invasione degli immigrati alla fine produce devastazione sia tra gli indesiderati dei gommoni, sia tra i nativi che sono stati costretti ad accoglierli. Si verifica prima una guerra civile molecolare tra i nuovi venuti e il popolo costretto ad ospitarli. Poi arriva il tempo del terrorismo.
Certo, tra i figli degli immigrati nati in Italia solo una minoranza si arruola nelle fila del terrorismo islamista. Ma può contare, questa minoranza, sul consenso di oltre il 25% dei loro coetanei. Per rifornire il mercato del lavoro di manodopera che costa poco e quindi costringere i lavoratori nativi ai bassi salari, i demagoghi dell’accoglienza aprono le porte al terrorismo. Per questo vanno fermati. E bisogna disinnescare la bomba ad orologeria del terrorismo di seconda generazione che si aggiungerà a quello già esistente.
Emidio Novi