Paesaggi dell’anima

5,20 

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Descrizione

di Gerardo Picardo

I pensieri nascondono dal dolore. Fanno parte della nostra esperienza; li vediamo vegliare nell’ora del tramonto o sorgere all’alba, per la scommessa del giorno umano. “Siamo soli davanti al camino di pietra. Non riusciamo ad abbelare il fuoco. Intorno, cadono i templi”. Questo è il Destino. Il Destino che ci rende figli della terra nella traversata tra le sponde opposte del nascere e del morire. Una pietra intagliata di ricordi, figure che amiamo o hanno lottato con noi, passioni di vita e di impegno politico: questo raccontano i versi di Gerardo Picardo, amari di realtà, umani e veri dinanzi alle sfide che toccano il cuore.
Mentre la morte affila dinanzi alle nostre case la sua lama ricurva, l’uomo lotta a mani nude per le sue croci al vento, per le sue seduzioni, i suoi ritorni, i mille volti di uno spirito sempre inquieto e sempre in esilio. Sono versi che vogliono ricordare e comprendere, desiderano seguire, insonni, l’ombra febbrile di Nietzsche o passare al bosco sulle orme del capitano Jünger. Versi dunque. Parole semplici, certo, che testimoniano tuttavia verità di incontri, tolgono le bende e mostrano carni ribelli alle convenzioni, ideali mantenuti controvento che moriranno con noi nella coerenza dell’ultimo abbraccio.
“Io non amo – ripeteva Friedrich Nietzsche – se non quello che uno scrive col sangue”. Gerardo Picardo appartiene a quella generazione senza tempo di chi crede ancora all’appartenenza, alla forza di ideali non consumati dai nuovi tempi, alle identità che costruiscono scenari ed immaginano percorsi. Il suo stile affascina nel cammino di una scoperta interiore che è patrimonio dell’umanità che sorge a cercare senso per ogni ora concessa dalla Vita.

Numero di Pagine: 71

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