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Il nichilismo dell’Unione Europea

13,00 

Descrizione

di Diego Fusaro e Silvio Bolognini

Pagine 240

Armando Editore, 2019

Nel 1940, Martin Heidegger tenne un celebre ciclo di lezioni che, destinate a sfociare nel monumentale studio su Nietzsche, vennero pubblicate con l’evocativo titolo di “Der europäische Nihilismus”, “Il nichilismo europeo”. Sulla scorta di un Nietzsche riletto in chiave ontologica come Vollendung, come “compimento” tecnocapitalistico della metafisica e del suo “oblio dell’essere” (Seinsvergessenheit), Heidegger individuava nel nichilismo l’ombra segreta dell’avventura storica dell’Europa. Approfondendo i fattori di scenario e strumentali che attivano in ambito europeo le condizioni per la costruzione e istituzionalizzazione del paradigma (quali le politiche di coesione, la governance multi livellare, la catena del valore prescrittivo, il partenariato pubblico e privato, i criteri di valutazione delle progettualità, il sistema degli indicatori e delle buone prassi) è possibile individuare nel sub paradigma espresso dalla locuzione smart city una declinazione elettiva, una sorta di distillato della visione in oggetto. È conseguentemente doveroso segnalare i rischi di una adesione acritica alla retorica di tale visione che tende ad essere sempre più autoreferenziale, prefigurando la violazione di alcuni fondamentali diritti negli scenari inquietanti della città iper-tecnologizzata del prossimo futuro e producendo implicazioni negative sulla partecipazione dei cittadini alla vita politica.

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